Ferie e assenze
Come gestire il congedo per gravidanza
Scopri come gestire il congedo per gravidanza in azienda: obblighi legali, rischi, sostituzioni e strumenti per semplificare il processo.
Ferie e assenze
Scopri come gestire il congedo per gravidanza in azienda: obblighi legali, rischi, sostituzioni e strumenti per semplificare il processo.
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Stefano Miradoli
HR Consultant
29 Maggio, 2025
Se non sai bene come gestire il congedo per gravidanza nel settore della ristorazione o in altri ambiti ad alta rotazione del personale, sei nel posto giusto. In questa guida, ti spiegheremo cosa prevede la normativa italiana, quali sono le differenze tra il normale congedo e il congedo per gravidanza a rischio, e qual è il ruolo dei contratti collettivi.
Vediamo insieme come gestire ferie e permessi e come approcciarsi a questo tipo di congedo così delicato.
Il congedo per gravidanza, noto anche come congedo di maternità obbligatorio, è regolato dal Testo Unico sulla maternità e paternità (D.Lgs. 151/2001). Prevede la sospensione del lavoro per un periodo di:
Queste 5 settimane possono essere rimodulate, previa autorizzazione medica, in un’unica fase di 5 mesi a partire da 1 mese prima del parto fino ai 4 mesi successivi.
Tutte le lavoratrici dipendenti iscritte all’INPS hanno diritto al congedo per gravidanza. Il diritto è valido a prescindere dal settore (ristorazione, commercio, servizi, ecc.), purché siano soddisfatti i requisiti contributivi.
La durata standard del congedo obbligatorio è di 5 mesi. Tuttavia, in caso di parto gemellare, il congedo può essere esteso di 2 settimane per ogni figlio oltre il primo. Inoltre, in caso di adozione o affidamento, è prevista un’estensione dei diritti di congedo.
Il congedo può iniziare prima dei 2 mesi standard se la lavoratrice si trova in una condizione definita come “gravidanza a rischio”.
Secondo la normativa italiana (art. 17 e 18 del D.Lgs. 151/2001), la gravidanza è considerata a rischio quando:
In questi casi, l’ASL o l’Ispettorato del lavoro possono autorizzare l’anticipo del congedo, anche fino al primo trimestre.
Il congedo per gravidanza è interamente a carico dell’INPS, e prevede:
L’azienda, nel frattempo, deve:
I contratti collettivi nazionali (CCNL) possono integrare o migliorare quanto previsto dalla legge.
Il CCNL Turismo e Pubblici Esercizi (ristorazione, bar, hotel) prevede:
In altre province o settori (ad esempio, artigianato o GDO), possono esserci variazioni. Verifica sempre il contratto applicato in azienda.
Il congedo per gravidanza a rischio è un diritto riconosciuto nei casi in cui la condizione lavorativa metta in pericolo la salute della madre o del bambino.
Se i rischi non possono essere eliminati o mitigati, la lavoratrice può chiedere la sospensione anticipata del lavoro.
Nel settore della ristorazione e ospitalità, i rischi più comuni includono:
In questo caso, l’indennità è erogata:
L’importo dell’indennità è pari al 100% della retribuzione, ed è corrisposto per tutta la durata della sospensione.
No, sono due istituti distinti:
Solo uno dei due può essere attivato per volta.
Una buona gestione del congedo è fondamentale per:
La lavoratrice presenta il certificato medico e, in caso di rischio, la richiesta di anticipazione. L’azienda deve verificarne la correttezza e trasmetterla all’INPS.
Si valutano le mansioni scoperte e l’impatto sull’organico.
Si può optare per:
Tracciare un calendario delle assenze e delle sostituzioni, aggiornare i manager e il payroll.
Prevedere un piano di reinserimento graduale, magari con flessibilità oraria o formazione aggiornata.
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