Valutazione delle performance
La gestione dei talenti in azienda: modelli, strategie e strumenti
Scopri i migliori modelli e strumenti per la gestione dei talenti in azienda. Aumenta produttività, engagement e retention con Sesame HR.
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Roberta Di Giuseppe
HR Consultant
29 de Maggio, 2025
Per ogni azienda moderna, disporre di un modello efficace di gestione dei talenti in azienda non è più un’opzione, ma una necessità. Questo approccio strategico consente alle aziende di identificare, sviluppare e trattenere le competenze chiave dei propri collaboratori, allineandole agli obiettivi di business. Un elemento centrale in questo processo è la valutazione del personale, che permette di misurare il rendimento individuale, rilevare aree di miglioramento e pianificare percorsi di crescita professionale su misura. Vediamo insieme come ottimizzare questi aspetti!
Un modello di gestione dei talenti è una struttura organizzativa che guida il modo in cui un’azienda gestisce il proprio capitale umano. Ha lo scopo di:
In un contesto di mercato sempre più competitivo, la capacità di attrarre, coltivare e fidelizzare il talento rappresenta un vantaggio strategico determinante.
Nel corso degli anni sono stati sviluppati diversi modelli teorici per guidare la gestione del capitale umano. Vediamo i più rilevanti, adattandoli al contesto italiano.
Questo modello pone al centro la gestione delle competenze: sapere, saper fare e saper essere. L’impresa, secondo Besseyre, deve mappare e coltivare le competenze chiave per realizzare i propri obiettivi strategici. È un approccio ancora oggi molto diffuso, soprattutto nei piani di sviluppo individuali e nei bilanci di competenze.
Basato sulla partecipazione attiva dei dipendenti, evidenzia l’importanza dell’influenza dei collaboratori sulle politiche HR (organizzazione del lavoro, flussi di carriera, sistemi premianti). È alla base di molte pratiche di people empowerment e coinvolgimento nei processi decisionali.
Classifica le attività HR in cinque aree: acquisizione, sviluppo, compensi, sicurezza e relazioni sindacali, con l’obiettivo di soddisfare esigenze sociali, organizzative e individuali. Non ha una visione strategica marcata, ma valorizza l’importanza del feedback e del miglioramento continuo.
Parte da un inventario delle risorse umane disponibili per poi gestire selezione, clima aziendale, motivazione e valutazione. È molto utilizzato in PMI italiane dove l’HR è spesso concentrato sulla gestione operativa del personale.
Uno dei più noti nel mondo accademico, prevede cinque “sottosistemi HR”: attrarre, applicare, mantenere, sviluppare e controllare il capitale umano. Ogni sottosistema è influenzato dal contesto esterno (tecnologia, cultura, mercato). In Italia, è spesso citato nei manuali universitari e nei percorsi formativi per HR.
Integra quattro macroaree: flussi di risorse umane, formazione e sviluppo, sistemi organizzativi, e sistemi retributivi. Introduce il concetto di audit HR come strumento per valutare l’efficacia delle politiche adottate. È un modello orientato alla qualità e alla misurazione dell’impatto HR sui risultati aziendali.
L’elaborazione di un modello efficace passa attraverso 5 fasi principali.
Valutare come l’azienda gestisce attualmente:
Utilizzare KPI, sondaggi di clima e feedback strutturati può aiutare a costruire una mappa precisa delle aree di forza e delle criticità.
Gli obiettivi devono essere coerenti con la strategia aziendale complessiva. Alcuni esempi:
Include:
In questa fase si decide anche se adottare un approccio per competenze, molto diffuso in Italia anche grazie a normative come il D.Lgs. 13/2013 sul sistema nazionale di certificazione delle competenze.
Una volta definito il modello, è il momento di metterlo in pratica. Bisogna:
Monitorare risultati e criticità è essenziale. Utilizza:
Il ciclo di miglioramento continuo deve diventare parte integrante della cultura aziendale.
Oltre al modello, è importante definire strategie pratiche da attuare nel day-by-day. Vediamoli.
Far sì che ogni dipendente comprenda e sposi la mission e i valori aziendali. Gli obiettivi devono essere chiari, raggiungibili e misurabili.
Promuovere benessere organizzativo, collaborazione e trasparenza. Il clima è un fattore determinante nella capacità di trattenere talenti.
Orari flessibili, retribuzioni competitive, benefit (welfare, buoni pasto, formazione finanziata) sono fondamentali per valorizzare le risorse.
Accogliere i nuovi assunti con un piano strutturato e offrire percorsi di crescita (verticale o trasversale) è determinante per la motivazione.
Non basta un feedback annuale: servono check-in frequenti, dashboard intuitive e metriche di performance trasparenti.
Premiare i risultati, pubblicamente o privatamente, rafforza l’engagement e crea un ambiente meritocratico.
Implementare un modello di gestione dei talenti in azienda presenta anche alcune criticità:
Per affrontare queste sfide, serve una leadership forte, formazione continua e il supporto di strumenti tecnologici.
Un software HR completo, come Sesame HR, semplifica l’adozione di un modello strutturato e ne aumenta l’efficacia. Tra le funzionalità più utili:
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