Reclutamento e selezione

Referendum 2025: impatti e scenari per aziende e dipendenti

Il referendum 2025 cambia regole e tutele? Scopri tutti i dettagli nella nostra guida firmata Sesame HR! Preparati al cambiamento.

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Miguel Ángel Díaz

HR Consultant

referendum 2025

5 de Maggio, 2025

Il 2025 non è solo l’anno del consolidamento dell’intelligenza artificiale o della Riforma del lavoro agile. L’8 e 9 giugno 2025, i cittadini italiani saranno chiamati ad esprimersi su cinque quesiti referendari che toccano temi fondamentali, come il lavoro e la cittadinanza. Promossi principalmente dalla CGIL e da altre associazioni sindacali, questi referendum mirano a riformare aspetti cruciali della legislazione italiana, con particolare attenzione alla tutela dei lavoratori e alla regolamentazione dei contratti di lavoro. Vediamo insieme in cosa consiste concretamente il Referendum 2025 e cosa potrebbe cambiare.

Cos’è il Referendum 2025? Il contesto politico e sociale

Il Referendum 2025 si inserisce in un periodo di intensa discussione politica e sociale in Italia. Il referendum abrogativo del 2025 nasce da un’iniziativa popolare sostenuta dalla CGIL e da altre organizzazioni civiche e sindacali, che sottolineano l’importanza di una maggiore tutela per i lavoratori e, di conseguenza, di una revisione delle normative esistenti. La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili 5 quesiti che saranno sottoposti al voto il 9 giugno 2025, in concomitanza con le elezioni europee. Vediamoli nel dettaglio.

1. Reintegro del posto di lavoro per licenziamento ingiustificato

Il primo quesito propone l’abrogazione dell’art. 18 del Jobs Act (DLgs 23/2015) che ha limitato il reintegro del lavoratore nelle aziende con più di 15 dipendenti, sostituendolo con un indennizzo economico.

Se vince il SÌ:

  • Il lavoratore licenziato senza giusta causa avrebbe diritto al reintegro anche nel settore privato.
  • Si cancellerebbe il “contratto a tutele crescenti” per i neoassunti.

Implicazioni per direttori HR e datori di lavoro

Ciò comporterebbe:

  • Maggiore attenzione nei processi disciplinari e di licenziamento. Le aziende dovrebbero rafforzare la documentazione e la tracciabilità di performance e comportamenti.
  • Ritorno a una logica più conservativa nel recruiting. Il rischio di “non poter più licenziare” facilmente può spingere alcune aziende a rallentare le assunzioni, specialmente quelle a tempo indeterminato.
  • Investimenti nella cultura manageriale. Servirebbero strumenti di valutazione obiettiva, feedback regolari e policy chiare per prevenire contenziosi.

Diciamo che questo referendum rappresenta un’occasione per ripensare l’equilibrio tra flessibilità aziendale e tutela della persona.

2. Più tutele per chi lavora nelle piccole imprese

Il secondo quesito del referendum 2025 propone di eliminare il tetto massimo di sei mensilità previsto oggi per l’indennizzo nei casi di licenziamento ingiustificato nelle imprese con meno di 16 dipendenti. La misura darebbe al giudice piena libertà di stabilire il risarcimento, rafforzando i diritti di oltre 3,7 milioni di lavoratori.

Impatti per le HR nelle PMI

Ciò comporta:

  • Maggiore attenzione nella gestione dei licenziamenti, con necessità di motivazioni ben documentate.
  • Revisione delle politiche di performance e disciplinari, anche nelle realtà più piccole.
  • Incentivo a costruire relazioni più trasparenti e strutturate tra azienda e dipendenti.

Per le PMI, questo quesito spinge verso una gestione HR più solida, anche senza un dipartimento ad hoc.

3. Contratti a termine: meno precarietà, più stabilità

Il terzo quesito del referendum 2025 punta a ripristinare l’obbligo di causale per i contratti a tempo determinato oltre i 12 mesi, contrastando l’uso eccessivo del lavoro precario. Oggi in Italia oltre 2,3 milioni di persone hanno un contratto a termine, spesso senza giustificazione oggettiva.

Implicazioni per direttori HR

  • Maggiori oneri di compliance e documentazione per giustificare eventuali contratti a termine.
  • Maggiore pianificazione nei processi di recruiting e assunzione.
  • Riduzione del turnover e valorizzazione dei percorsi stabili.

4. Sicurezza sul lavoro e responsabilità negli appalti

Il quarto quesito del referendum 2025 mira a estendere la responsabilità dell’azienda committente in caso di infortuni sul lavoro avvenuti in appalto. Oggi, con oltre 500.000 denunce e quasi 1.000 morti l’anno, il tema della sicurezza è più che mai urgente.

Impatti per HR

I risvolti per le HR sono:

  • Necessità di verificare la solidità e la conformità dei fornitori alle norme di sicurezza.
  • Rafforzamento di audit interni e policy ESG.
  • Coinvolgimento attivo delle risorse umane nei processi di appalto e valutazione del rischio.

Questa è un’opportunità per le aziende di promuovere una cultura della prevenzione e della responsabilità condivisa.

5. Tempi dimezzati per la richiesta della cittadinanza italiana

Il quinto quesito del referendum 2025 propone di ridurre da 10 a 5 anni il periodo minimo di residenza legale richiesto per ottenere la cittadinanza italiana. La modifica riguarda circa 2,5 milioni di persone straniere residenti in Italia e allineerebbe il Paese agli standard di molti Stati europei. Gli altri requisiti per ottenere la cittadinanza restano invariati.

Come prepararsi a riguardo in azienda?

Il Referendum 2025 rappresenta uno spartiacque culturale. Qualunque sia il risultato, le aziende dovranno evolvere i propri processi. Ecco alcuni punti da tenere a mente, prendi appunti!

Cultura aziendale e trasparenza

È il momento di rivedere policy disciplinari, regolamenti interni e procedure di onboarding, affinché siano più chiari e orientati alla tutela reciproca.

Formazione continua

Con il possibile ritorno al reintegro obbligatorio, i manager dovranno essere formati su leadership empatica, problem solving e documentazione delle performance.

Due diligence su fornitori e appaltatori

In caso di vittoria del SÌ al secondo quesito, serviranno sistemi di controllo e verifica sui fornitori, anche per motivi reputazionali.

Sesame HR e il recruiting

La piattaforma di Sesame HR nasce per semplificare e ottimizzare la gestione delle risorse umane in ogni fase del ciclo di vita del dipendente. In particolare, la funzionalità recruiting è uno strumento cruciale alla luce dei temi emersi nel Referendum 2025. Il nostro software delle HR:

  • Crea workflow personalizzati di selezione, anche per monitorare la trasparenza nei criteri di assunzione.
  • Integra documentazione e motivazioni durante le fasi di colloquio e valutazione, utili in ottica di prevenzione contenziosi.
  • Offre dashboard e tracciabilità delle candidature, migliorando l’allineamento con policy interne e normative.
  • In un contesto normativo che cambia, scegliere un software come Sesame HR significa investire non solo in efficienza, ma anche in compliance e reputazione.

Affronta il cambiamento con Sesame HR

La piattaforma offre altre innumerevoli funzionalità avanzate per la gestione delle risorse umane, come:

  • Gestione dei contratti. Ovvero creazione e archiviazione digitale dei contratti di lavoro, con possibilità di personalizzazione in base alle nuove normative.
  • Monitoraggio delle performance. Il software attua una valutazione continua delle performance dei dipendenti, facilitando decisioni informate in materia di promozioni e licenziamenti.
  • Compliance. Assicura la conformità alle normative vigenti attraverso aggiornamenti costanti e reportistica dettagliata.

In generale, Sesame HR consente una comunicazione chiara e continua con i candidati e aiuta a valorizzare diversità, merito e criteri oggettivi nei processi di recruiting. Che ne dici? Inizia subito la prova gratuita!

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cristina martin
People and Talent Director at Sesame HR | Website | + posts

Professionista con oltre 20 anni di esperienza in diverse aree delle Risorse Umane (selezione, formazione, prevenzione dei rischi, gestione del personale). Esperienza nel reparto gestione: ampia visione del business e delle risorse umane.


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